sabato 30 giugno 2007

Gran finale sui modelli organizzativi: domande e risposte (terza e ultima puntata)

E siamo alla terza (e ultima) puntata sui modelli organizzativi. Ecco le domande e le risposte finali per avvicinarsi a questa materia. In questo modo possiamo condividere un linguaggio e affrontare i nuovi temi che riguardano la responsabilità organizzativa.


Cosa devono garantire i modelli organizzativi/gestionali per ottemperare al DLgs 231/01?


E' necessario che siano garantite misure di sicurezza tali da impedire il compimento di reati se non mediante il raggiro fraudolento delle misure di sicurezza.

Quali sono le sanzioni in cui può incorrere l'azienda che non adotti i modelli organizzativo/gestionali?


Sanzioni pecuniarie e/o sanzioni interdittive tra le quali la sospensione del diritto a contrarre con la PA, la revoca delle licenze concessioni e la sospensione parziale dell'attività. In aprticolare negli ultimi tempi si è vista una cospicua giurisprudenza in materia con provvedimenti che hanno ortato all'esclusione da agevolazioni, finanziamente, contributi e sussidi per la durata di un anno (art. 9, comma 2, lettera d del D.Lgs 231/01) a cui spesso si è accompagnato un provvedimento di revoca dell'ultima tranche del finanziamento erogato.

Come individuare i modelli gestionali/organizzativi più idonei per la propria azienda?


I modelli gestionali/organizzativi dovranno essere conformi alle necessità ed alle dimensioni dell'azienda. In particolare per le PMI (Piccole Medie Imprese), la cui definizione va cercata nella essenzialità della struttura interna gerarchica e funzionale, l'adozione del modello può minimizzare le conseguenze sanzionatorie per l'ente, a patto che le condizioni di cui all'art. 6 del D.Lgs 231/01 siano rispettate. Per tali imprese si è pensato ad uno schema sufficientemente flessibile in cui le modalità operative di conduzione dell'attività di gestione del rischio potrà essere svolta non con il supporto di funzioni interne aziendali bensì con apporti professionali esterni.

Quali sono i ruoli previsti dal DLgs 231/01?


Struttura essenziale e propedeutica all'osservanza delle norme del D.Lgs 231/01 è la costituzione di un ODV (Organo di Vigilanza). Per le PMI tale incombenza potrebbe essere demandata (secondo quanto statuito dall'arti. 6 c.4) direttamente all'organo dirigente, il quale si avvalga di professionisti esterni ai quali affidare l'incarico di effettuare periodiche verifiche sul rispetto e l'efficacia dei modelli. I professionisti esterni potranno svolgere tutte le attività di carattere tecnico riferendo all'organo dell'Ente.

Dopo tutto questo, qual'è il Piano di azione possibile per affrontare questa materia?


Fondamentalmente occorre utilizzare i risultati dell'analisi delle aree e tutti i livelli organizzativi in modo da poter realizzare:

  • un adeguato Codice Etico;
  • un controllo dei flussi finanziari aziendali;
  • un controllo della documentazione aziendale;
  • un controllo dei collaboratori esterni;
  • una puntuale attività di controllo gerarchico mediante sistema di deleghe;
  • un adeguato controllo dei sistemi informativi;
  • una previsione di apposito sistema sanzionatorio interno aziendale.

Il tutto per determinare una situazione in cui ogni operazione, transazione e/o azione debba essere verificabile, documentata, congrua e coerente.

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